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Colazione degli angeli
I miei sono angeli buffi, creature alate più che creature soprannaturali. Angeli come quelli che trovi in certi musei etruschi, su certi vasi greci o messapici. Superuomini alati e dotati di una pietas che a noi è sconosciuta. Eroi che a volte vorrebbero fare finta di essere uomini, si avvicinano ad un tavolo apparecchiato per la colazione e vedono smaterializzarsi le tazze, la teiera, le sedie. Vorrebbero sedersi e levitano nell'aria, vorrebbero bere e non possono. E' una proiezione onirica, come quando nei sogni non si riesce a raggiungere qualcosa.
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Cometa domestica
Profumo di infanzia, di presepe, di guerra. Di regali arrangiati per me da mio padre che voleva fosse Natale, persino durante l' occupazione. E' il sogno di un bambino che si schianta su una foresta che è proprio la selva oscura di Dante, un ambiente minaccioso ed inestricabile. Certo l'opera fa parte del ciclo delle carte bruciate, negli anni ottanta ho spesso fatto ardere i margini delle figurine che stavo ritraendo, mi piaceva anche rappresentare i fiammiferi ... ci sono parecchi esempi tra le opere della mia collezione. Credo che volessi far sentire di più la carta, renderla reale, deperibile, fragile.
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Mangiatori di giocattoli.
Finiva il millennio ed io ho cominciato a lavorare su temi medioevali, nel 1998, c'è stata una mia grande mostra al castello de L'Aquila, che raccoglieva l' intero ciclo. Non so come mi sono ritrovato a fare caroselli di cavalieri sulle spiagge, giostre in costume, duelli immaginari, concerti nei cortili di castelli di carta. poi c'era questo quadro e non mi decidevo mai a venderlo. Ancora il sogno di un bambino, il gioco, stavolta divorato dal potere, dalla alchimia. La bellezza di un sogno è sempre fragile.
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Leda ed il cigno.
Sul mito di Leda ho lavorato a più riprese. Questa ed ancora di più un'altra versione di proprietà di Pino Purificato, rappresentano le poche opere in cui c'è sensualità. La mia pittura quasi mai consolida le mie intenzioni , ma tra la dozzina di miei quadri che salverei dal diluvio universale, c'è Leda. Il cigno l' ho spesso inserito, per esempio nel cic lo del giardino segreto: è un simbolo puro, leggero, candido. Sa di carta, anzi di cartoncino bri stol. E' duttile, si fa piegare doc il mente. Eppure piazzato così in grembo alla ragazza, mi inquieta.
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Metamorfosi.
Questo quadro è stata una forma di premonizione. L' ho realizzato nel 1990 ed è dedicato a mia moglie Ida che s'era appena ammalata. E' la dissolvenza di una donna che si trasforma in farfalla e vola via, oltre la vita. E' uno dei quadri che ho più cari. Ma nel 2002, durante la mostra al Vittoriano, mi sono accorto che moltissime persone leggevano l'opera non partendo dal basso verso l' alto, per come io l'ho concepita, ma invertendo il senso e rovesciando completamente il messaggio: migliaia di persone vedevano una farfalla prendere gradualmente vita in un corpo di donna, disfare le ali in polvere luminosa per farne un vestiti no, sognare di muoversi, magari danzare, infilando scarpette di vernice. Mi sono rasserenato. Ho capito qualcosa, per merito loro. Il contatto con la gente è un dono.
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Un giardino per il paradiso.
Questo grande olio ha fatto il giro del mondo, Per tre anni e mezzo è stato l'immagine della campagna pubblicitaria della TMI. Stava su magliette, tappetini di mouse, agende, penne, bloc notes. Nel solo aeroporto di Heathrow è stato visto da non meno di otto milioni di persone. Quando ho incontrato il direttore dell'Istituto di Cultura di Madrid, il dottor Sci mia, mi ha riconosciuto ed accolto con molta stima e calore, per questa unica opera che aveva visto a Seul , credo, quando era dirigente Telecom. E' come se avessi mandato un ambasciatore per il mondo. Ma quando il quadro è tornato a casa, ho avuto una tale sensazione di sollievo, di gioia, di pacificazione, che l' ho fatto entrare immediatamente nella collezione mia, privata. Intanto a Madrid realizzavo una bellissima mostra.
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Luci nella stanza.
Il titolo sarebbe stato "II gioielliere del mare", perché l'idea originaria era di mostrare la passione di un uomo per le sue conchiglie. Ho due amici malacologi, Luciano Luisi e Carlo Smeriglio. Ho sempre trovato interessante parlare con loro, ti comunicano un ' altra idea di bellezza e di eternità che sfugge completamente ai concetti odierni di possesso e di lusso. Un giorno comincio il quadro e l' intenzione che ho in testa è di far sfavillare le conchiglie sotto il cono di luce della lampadina, un po' come fanno i gemmologi quando devono apprezzare delle pietre preziose, poi man mano che dipingo le conchiglie, sento che la luce è tutta dentro, intrinseca ai gusci. Assoluta. Non ho più acceso la lampadina, anzi ho oscurato ancora di più l' ambiente, la tovaglia stesa su l tavolo. Così è cambiato pure il titolo, "Le luci nella stanza". Non ho mai pensato all'eventualità di cederlo. E' entrato subito nella mia collezione."
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Cane azzurro.
Il cane è il mio alter ego surreale, una parte della mia anima. Vede la luna dove non c 'è, l' incongruenza prospettica è voluta, gira il muso e tira il guinzaglio perché sa che il sogno è più vero del vero, e senza dubbio più necessario alla nostra vita di qualunque livello di realtà. I miei animali di carta sono sempre bianchi , ma l'eccezione alla regola è questo azzurro fondo. Compare in qualche mezza dozzina di casi . Non so il motivo di questa mia scelta. Ma siamo sicuri che c'è sempre un perché?
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Cacciatore di stelle.
Tutto è nato con il pastello. Anni fa ho illustrato per le edizioni Arion "Cuore di tenebra" di Conrad. Il tema del selvaggio era nell'aria da tempo. Un giorno prendo un foglio di carta e mi accingo a realizzare il pastello. Lavoro con molto piacere. lo non riesco a dipingere più opere insieme, tanto meno a dividere una giornata tra tecniche diverse. Addirittura nel mio studio c'è la stanza dei quadri ad olio e la stanza dei pastelli, con un solo cavalletto in ognuna. Se di prima mattina entro in una stanza è per farmi assorbire completamente dalla tecnica che ho scelto. Se finisco di lavorare prima del tempo, preferisco chiudere lo studio e andare a farmi una lunga passeggiata nel verde. L' idea di cominciare una lastra di incisione o un quadro non mi attraversa la mente,anzi semmai mi infastidisce. Devo voltare pagina con la notte, con un nuovo giorno. Finisco il pastello e mi piace moltissimo però mi accorgo che ho bisogno di più cielo, di più buio, di una diversa proporzione tra la selva e l'uomo in primo piano. Insomma, il foglio troppo piccolo mi ha fatto sacrificare troppe cose. Così, per rimediare all'errore, ordino la tela e ricomincio daccapo. Anche per questa opera, mentre ancora dipingevo, è scattato il bisogno di saperla solo mia.
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Nostalgia.
Appartiene al ciclo de "Il giardino segreto" e alla famiglia dei giochi interrotti o abbandonati. AI mercante non piaceva la quiete spaesata di un rinoceronte alla deriva in una fontana di Roma. Un animale di carta è un origami per noi adulti, o al massimo un giochino intellettuale, per un bambino è parte di un mondo che vuole costruire da solo, a sua immagine. Perché un bambino non possiede niente e non controlla niente. Tanto meno le sue paure di fronte ad una bestia feroce. Ma questo lo sto pensando adesso. Quando il mercante mi ha riportato indietro il quadro, ho so lo sentito una gioia particolare, intensa. L' ho voluto nella collezione. Solo per me.
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